Produzioni televisive

Spulciando Sanremo edizione 2019

Dopo due anni consecutivi Ronny Genovese ha voluto ritentare il tour de force, nella trincea di Viale Matteotti. E dopo l’edizione del Festival di Sanremo 2017 e quella del 2018, ci risiamo: 69° Edizione Febbraio 2019, a questa non poteva certo rinunciare.

Una battaglia avventurosa, senza riportare nessuna ferita, in cui Ronny ha voluto fare tutto da se, non per presunzione, ma per necessità. Mancava un operatore, e per questo si è servito di molti operatori per caso, improvvisati per strada, ma il più delle volte è stato il suo istinto e la voglia di raccontare ogni tipo di situazione che si veniva a creare attorno a lui, inseguendo talvolta persone comuni o personaggi poco noti, dando risalto al momento con grade entusiasmo, all’aria che si respirava appena fuori dal Teatro Ariston.

La grande collaborazione di quest’anno è stata quella con il giornalista e ideatore di servizi di attualità e cronaca, il produttore e direttore di Voce di Popolo; Giuseppe Bevacqua, che ha voluto sposare l’idea e prendere in parola Ronny Genovese, facendosi coinvolgere in questa magnifica avventura. E’ stato proprio lui a dedicare un delizioso commento sull’operato di Ronny a quest’ultima edizione del Festival di Sanremo.

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Giuseppe Bevacqua scrive sulla propria pagina:

“Non è stato un documentario, nè la solita “pizza propinata da tanti altri. Certo siamo i meno adatti a dirlo e certo non vogliamo auto lodarci ma vogliamo tributare a Ronny Genovese il merito di essere riuscito, per il terzo anno consecutivo, con il suo “Spulciando Sanremo”, a mostrare quel mondo sommerso ed a margine del Festival di Sanremo che si aggira per le strade intorno all’Ariston.
E’ un caravan serraglio di disperati, di avventurieri, anche fatto di molti “diamanti grezzi” che, probabilmente mai diverranno preziosi.
Imitatori, sosia, improvvisatori, improbabili ballerini e uomini e donne immagine. 
Un mondo fatto dalla voglia di apparire, di esserci, con il loro grido disperato “sono qui”. Un “grido” silenzioso che Ronny ha saputo cogliere e trasformare in un sorriso, condividendolo con tutti. Almeno per un istante.
Ronny Genovese è stata una scoperta derivata dalla sua stessa sollecitazione. Un “One Man Band” , un avventuriero. Anche lui, che ha fatto tutto da solo, con un telefonino in una mano e la sua telecamerina nell’altra. Ed ha fatto così un buon lavoro.
Non certo patinato e non certo “millantato” (come tanti altri senza esperienza, quelli si, avventurieri senza mappa), e proprio per questo, quello di Ronny, è stato uno spettacolo nello spettacolo.
Uno scorcio di realtà nella finzione.”

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