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Mi Manca il Cielo da un Oblò

E’ sempre stato così, per tutte quelle persone abituate a guardare dall’alto verso il basso. Il riferimento a scenari, oggetti e cose, fa naturalmente gioco a quegli angoli di visualizzazione, che vengono notoriamente applicati a norme di naturale fantasia, ogni qualvolta lo sguardo di un passeggero, riesce a scorgere invidiabili scorci, fuori dal suo oblò. Lo sguardo si abbandona a latitudini metriche e mentali. Ogni prospettiva, oltre che a generare percezioni panoramiche, riesce in poco spazio a riprodurre una concezione verosimile di un universo rivolto all’infinito.

Il mio pensiero fisso prima dell’ultimo check-in, è sempre stato quello di bere un caffè, in altitudine naturalmente. Non appena si chiude lo sportellone e i motori cominciano a rullare, attendo quell’attimo con molto desiderio. Ecco che si affaccia il carrello delle vivande, comincia a scivolare sul corridoio, accompagnato da Hostess, ben delineate nelle loro sinuose uniformi, che si fanno spazio tra le file dei passeggeri, i dettagli del rituale, si esplicano in ogni loro particolare. Non è certo la qualità del surrogato a concedermi serenità e leggerezza, ma quell’insieme di fattori, ossia quel profumo che sale dal bicchiere ed i miei pensieri sparsi che si legano alle immagini che provengono dall’esterno di quel mondo di latta.

La mia mente vola in parallelo verso i passi di un bellissimo libro dal titolo “Un Indovino mi disse”, che ho cominciato a rileggere in questi giorni, nel quale viene descritto come, l’autore dello stesso Tiziano Terzani, fosse stato indotto da un indovino cinese, a non prendere nessun aereo in un preciso anno della sua vita. Egli ci riuscì, senza però rinunciare al suo mestiere di corrispondente, spostandosi con altri mezzi e qualche volta anche a piedi, osservando paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva diversa, e spesso ignorata.

In questi giorni particolari, cerco di usare anch’io certe prospettive, visto che di aerei da prendere non ne ho, e per ovvi motivi, si accendono tutti i percettori della mia mente, perché possa provare certi effetti che conosco nei dettagli, anche se non c’è segno di nessuna turbolenza attorno a me. Non riesco ad incontrare nemmeno un indovino cinese a dissuadermi a prendere un aereo. Dovrò fare leva su me stesso e la mia fantasia. Con lei viaggerò e visiterò le praterie del mondo. Spero che il sogno finisca ed io possa risvegliarmi, perché mi manca tanto il cielo, visto da un oblò.

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