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Miguel Bosè: “La sua prima tournée in Europa” Raccontata da Ronny Genovese

Posso comunque dire: C’ero anch’io. Facevo parte di questa bellissima famiglia. Dopo appena 42 anni, ho ripreso gli appunti in mano e questa volta ho deciso di fare proprio sul serio. L’aria è fresca. Ventilatore permettendo, che soffia a ritmi già programmati, mentre gli avvenimenti di questa storia, fanno a gara per venire fuori ed essere rivelati. Bisognerà solo mettere insieme tutti i passaggi che raccontano quella straordinaria avventura, che ho vissuto e che ho scritto in svariate pagine, durante tutto il tragitto. Una di quelle grandi opportunità che ha dato il via alla mia riconosciuta carriera di: “Zingaro” senza lacci, né padroni.

Era il 1980 e qualunque cosa facessi, passava sempre come: “La Prima Volta”. Erano gli anni in cui, se avevi carattere e tanta buona volontà, potevi permetterti di fare qualsiasi cosa e girare il mondo. I costi erano veramente bassi. A parte gli aerei, visto che non esistevano ancora le compagnie “Low Cost”.

Qualcuno si chiederà perché solo adesso. Sembrerebbe quasi anacronistico, visto che viviamo un’epoca “Differentemente Differente”. Ho pensato anche a questo, ma so pure che le cose migliori vengono fuori bene, solo quando si ha voglia. Sto benedetto libro sta già aspettato da tanto tempo per venire alla luce.

È stato un parto difficile. Ad ogni modo, oggi sono quasi arrivato a metà della storia. La Tournée allora si svolse da giugno a dicembre, ed io sto ancora raccontando agosto. Proprio quel periodo in cui fummo assaliti, in uno dei camerini della “Plaza de Toros” di Malaga, da diversi fotografi e cronisti che a tutti i costi volevano varcare la porta della nostra privacy.

Riporto solo qualche appunto, che ho appena scritto, riprendendo il passaggio direttamente dal quotidiano “Sal y Pimienta”. Un settimanale di scoop e di gossip, che allora ci ha visti protagonisti. Sulla porta c’eravamo io e Gian Mario il “Cleopatra”.

Il titolo in prima pagina era: “LOS GORILAS DE BOSÈ: BRUTAL AGRESIÓN”

E fino a qua è tutto comprensibile. L’articolo continuava a pagina tre: “NOS GOLPEARON. NOS SECUESTRARON. ARROJARON NUESTRAS CÁMARA AL SUELO. NOS INSULTARON. ESTO Y MUCHO MÁS, HAN HECHO CON SAL Y PIMIENTA, LOS GUARDAESPALDAS ITALIANOS DE MIGUEL BOSÉ. HIJOS DE PUTA, TE VAMOS A METER LA CÁMARA EN EL CULO“. FUE LO MENOS AGRESIVO QUE ESCUCHARON NUESTROS HOMBRES.

Non credo che tale passaggio abbia bisogno di traduzione. Il resto lo leggerete, se ne avrete voglia, quando riuscirò a pubblicare il manoscritto. Fin d’ora, molte fan di Miguel Bosè, mi hanno incoraggiato a farlo. Spero di poter avere il piacere di qualche dettaglio in più, da parte di Miguel nella prefazione. Lo sentirò a proposito.

Per il resto, dico solo che è stata una delle avventure più interessanti della mia vita. Tour Bosè 80, fu proprio da lì che è partito tutto. Un abbraccio a tutti voi

Ronny Genovese

Ronny a casa di Miguel insieme a Marisa Ares, la fotografa ufficiale

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