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Si va avanti … Ognuno per suo conto

Era un giorno qualunque. Prima che la “Apocalisse” ci cogliesse tutti, di sorpresa, senza avviso e senza precedenti. La mia curiosità si abbatté su un titolo pubblicato in un semplice profilo social, che raccontava lo stato in cui ci eravamo venuti a trovare un po’ tutti. “Si va avanti…Ognuno per suo conto”. La scritta era abbinata ad un’immagine onirica. Un ritratto dai colori forti e ben delineati, che rappresentava l’esplicito lavoro di una artista, che in quel determinato e particolare momento, riusciva ad esprimere ogni suo concetto, senza farsi coinvolgere dal mondo esterno. Nonostante tutto, i colori e i lineamenti rimanevano aggrappati alla sua forza d’immaginazione.

Ho subito pensato che se avessimo fatto studiare a tutti “Storia dell’Arte”, oggi avremmo trasmesso stile e concetti in ogni parte del mondo, di quella che è, e non di quella che sarebbe potuta essere la storia del nostro paese. Se solo avessimo avuto l’accortezza di continuare a studiare “Educazione Civica”, avremmo avuto particolari attenzioni verso quel ruolo, che ci veste come semplici cittadini, ed essere più coinvolti e presenti nella gestione e nell’operato dello stato, che noi tutti rappresentiamo. L’obbligo di leva si sarebbe potuto trasformare in servizio civile, obbligatorio naturalmente.

Un modo per formate attivamente uomini e donne, ad una partecipazione più attiva alla vita pubblica del paese. Ed invece abbiamo solo confezionato un mondo di liberi “Tuch-Phone”. Esseri che, senza ne arte né parte, con l’aiuto di una semplice “App”, riescono continuamente ad inflazionare comportamenti e stili di vita, a differenza di chi continua a studiare ed operare col proprio stile, la propria fantasia e il proprio cervello. l’Inno di Mameli si è affacciato ai balconi. I drappi tricolore fanno da sfondo. Erano pronti per il prossimo campionato europeo di calcio. Ma in mancanza d’altro, c’è sempre un modo per fargli prendere un po’ d’aria.

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