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Ci riprenderemo lo Spettacolo

Il periodo è uno di quelli in cui ogni riferimento fa parte di una casualità. Voluta perché le lingue si biforcano, e bisogna continuamente inumidire i palati. Questo è il momento in cui gli “Adepti” escono al largo. Essi hanno la necessità di conoscersi, ed unirsi insieme nella lotta. Ognuno contro il “Figlio de ‘na Mignotta” di turno, che in senso lato, e parafrasando il pensiero, si può dire che costui non la pensa allo stesso modo, e quindi, giù nell’arena. Poveri gladiatori, a dover continuamente combattere, uno contro tutti. Una guerra impari. Che a confronto, la “Guerra dei Roses”, potrebbe apparire come un semplice litigio, per uno stufato andato a male.

Sono tutti lì, pronti a spendere parole contro gli altri. Contro chi non la pensa come loro. Qualcuno, in commisurazione al proprio tornaconto, proclama di avere la soluzione alla portata di mano. Senza mai mettere in conto invece, che col “Culo” degli altri il rischio e sempre basso: “Si poteva far meglio” – “Avremmo dovuto incatenarli tutti in casa” – “Ma che razza di incapaci. Dovevano dare più soldi al popolo” – “Cesareee, l’Impero ha bisogno di soldi, bisogna aumentare le tasse al popolo ….. Cesareee, ma che famo?” A quel punto anche il povero Cesare non sapeva a chi dar conto, ma il Senato di Roma, non perdeva tempo a metterlo sotto pressione: “A Cesareeee, la Macedonia avanza” – “ …. E che voi, mettila nel frigo che sa a magnamo domani”.

Col senno di poi, ognuno ha sempre le soluzioni a portata di mano. Ma quando la frittata è fatta, vuol dire che le uova sono già rotte e bisogna fare del proprio meglio per amministrare il terrore, e la paura di non poter, un giorno, raccontare tutto questo. Siamo diventati un popolo di “Tudor”. Ognuno con i suoi se, e i suoi ma, cerca di mostrare la propria soluzione. Ma ci riprenderemo lo Spettacolo. “E Bomba o non Bomba, noi arriveremo a Roma, malgrado voi …” La cura è sempre quella di ascoltare una sola voce. A parte quella del cuore che non ti tradisce mai. Ma la voce più importante è quella dello stato, che in tutti i modi cerca di indicare una soluzione per tutti.  Anche perché, dovrà finire sta “Zuppa di Pipistrello”, prima o poi.

E intanto Venditti concludeva il suo viaggio: …“La gente ci amava, e questo è l’importante. Regalammo cioccolata e sigarette vere. Bevemmo poi del vino rosso nelle mani unite. E finalmente ci fecero suonare. E bomba su bomba, siamo arrivati a Roma. Insieme a voi.”

 

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