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La “Lampada” e il “Sogno” di quel mio amico “Genio”

“Una torcia, ti fa trovar la luce. La lampada ti fa vedere la luce”. La differenza è corposa e approssimativamente abbondante.

Ogni qualvolta si parla della “Lampada”, spunta fuori quel gran “Genio” del mio amico. Obbediente a quel fannullone e perditempo (così viene citato nella storia) di Aladino.

Verrebbe quasi da dire, che il riferimento è puramente casuale, e invece no. Di puramente c’è solo la purezza del pensiero, ossia l’idea di poter trovare questa benedetta lampada e cominciare ad esaudire desideri. La casualità quindi, non sarebbe neanche poi tanto marginale. Dopotutto chi, nella sua vita, abbassando lo sguardo, “casualmente”, non abbia mai avvertito, almeno una volta, la presenza di una bella banconota, sola, soletta e indisturbata, pronta per essere colta?

Un po’ tutti siamo stati coinvolti in piccole missioni del genere. Ma vogliamo parlare della lampada? Una bella lampada ad olio VVV, “Vecchia, Vissuta e Vetusta, pronta per essere strofinata e sovvertire così le sorti della tua vita? Eh no, quello quasi mai.

Ma quanto sarebbe stato bello udire la voce del “Genio”, o provare almeno quella sensazione, quella che ti è stata sempre raccontata. L’unica e sola possibilità per accedere a tutti quei reconditi desideri: “Tu sei il mio padrone/a e potrai chiedermi quello che vuoi. Sono qui ad esaudire tutti i tuoi desideri”. Non sapresti neanche da dove iniziare. Anche i pensieri comincerebbero a sudare.

Ecco, questo sarebbe anche un motivo per cui, certe mattine, non vorresti svegliarti. Più che altro per goderne ancora di questa magnifica storia, che puntualmente proteggi nella tua memoria, sperando ogni volta prima di andare a dormire, di continuare a sentirla tua e poterla vivere nel sogno.

“Se non puoi essere una stella del firmamento, sii la luce di una lampada nella tua casa. Nella tua vita” (Proverbio Arabo)

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